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Personale di Bruno Ceccobelli a Todi con 50 "Pittosculture"

Pubblicato il 12 aprile 2024 • Cultura

Un'antologica di Bruno Ceccobelli: 50 opere, quasi tutte di grande formato, selezionate da collezioni private umbre. E' la mostra promossa dall'associazione culturale "Todi per l'Arte" che sarà ospitata al Palazzo del vignola, a Todi, dal 25 aprile al 22 settembre 2024.
Dopo sei anni, l’artista Bruno Ceccobelli, umbro DOC, torna con una personale nella sua città natia, Todi, con l'esposizione dal titolo “CECCOBELLI Anni ‘80”; 50 "Pittosculture" tutte realizzate in quel decennio romano. Un periodo di attività prolifera svolto nello studio dell’ex Pastificio Cerere, nel quartiere creativo di San Lorenzo, accanto all’Università della Sapienza. Quei fortunati anni Ottanta, che vedono Bruno Ceccobelli appena ventottenne, determinano il suo successo nazionale ed internazionale, con mostre estere, sia personali che collettive, in Gallerie e Musei a New York, Los Angeles, Chicago, Boston, Parigi, Londra, Porto, Madrid, Barcellona, Amsterdam, Colonia, Berlino, Basilea, Stoccarda, Rottweil, Vienna, Mosca, Nagoya…

Come scrive il critico d'arte Carlo Vanoni, curatore dell'esposizione: "È l’Altrove con il quale dobbiamo fare i conti, quello dentro il quale ci porta Ceccobelli. Presente più del presente, eloquente più della parola".
Costantino D'Orazio, conoscitore del Gruppo di San Lorenzo, riferendosi al "senso spirituale del loro lavoro" scrive: "Ceccobelli in questo lavoro ne tocca uno dei punti più alti per coerenza e capacità di rielaborazione, entrando in punta di piedi nella storia dell’arte sacra, da cui emerge come autore di una nuova sensibilità spirituale".
Bruno, allievo dell’artista Toti Scialoja (già celebre professore di Pino Pascali, Jannis Kounellis e Giosetta Fioroni e tanti altri) all’Accademia di Belle Arti di Roma sez. Scenografia, come i suoi sodali della Scuola di San Lorenzo (Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Piero Pizzi Cannella, Nunzio, Marco Tirelli), si forma alle lezioni del suo eccezionale Maestro, basate prevalentemente sul Costruttivismo Russo e sull’Espressionismo astratto Americano.

L’arte di Ceccobelli si può definire astratto-simbolica: parte da radici culturali e stilistiche eclettiche che coinvolgono sia le filosofie neoplatoniche sia quelle orientali, con studi di Teosofia, Buddismo, Induismo, Zen e Taoismo. E' altresì affezionato alle sue radici Tuderti, devoto a Beato Jacopone e ad artisti umbri Maestri del Novecento quali Burri e Leoncillo. La visione poetica di Ceccobelli lo porta ad essere convinto che, quasi magicamente, “l’opera fa l’operatore”, come a dire: “il creato fa il creatore”, quindi che ci sia un rapporto diretto e indissolubile tra vita e arte. Dottrine filosofiche esplicitate da ricercatori spirituali quali Elena Petrova Blavatsky e Rudolf Steiner e, in arte, nelle visioni antropologico-sciamaniche dell’artista tedesco Joseph Beuys, sono i suoi cardini. 
L’estetica “astratto-simbolica” di Bruno Ceccobelli si manifesta con un’espressività post-moderna, come risultato di un rito inconscio del presente, essa è portatrice di messaggi che spaziano da varie mitologie alchemiche a paradigmi mistici, nella sua volontà evangelica di spiritualizzare la propria materia psico-somatica. Ceccobelli intende la sua ricerca pittorica come una pratica senza stile, per l'artista un simulacro di redenzione che contrasti un’attuale mondanità volgare. Scrive articoli sulla Storia dell’Arte Trascendentale, su ArtsLife, E-zine, e Lapis-flash.

Orario di apertura Palazzo del Vignola: Venerdì, Sabato e Domenica, dalle ore 10 alle 12.30, dalle 16 alle 19.